mercoledì 16 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 8,31-42

 «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 

Non esiste nessuna libertà, se non la libertà di coscenza. Perché infatti la libertà di fare inizia dove finisce la libertà di fare altrui, mentre la libertà di coscenza è illimitata, ed essa è data dal Cristo.
E la libertà di coscenza, presuppone che essa possa trovare un ambiente infinito dove svilupparsi, dove crescere, dove evolvere, e tale libertà è garantita solo e soltanto in un contesto di cose opposte e confrontabili: bene e male!

In un ambiente dove bene e male sono liberi di confrontarsi, v’è la libertà di coscenza.
Ovviamente questo è valido in termini assoluti, in termini universali e non in termini terrestri, materiali, carnali... poichè la realtà dell’uomo pone dei confini alla libertà di coscenza, come ad esempio un bimbo che nasce e cresce in un ambiente criminale... o che nasce con capacità intellettuali limitate.

Dovete dunque andare oltre per comprendere la libertà di coscenza: essa inizia in questa vita, in forma circoscritta, in forma limitata, e poi evolve per l’eternità in una vita eterna che si pone alla perpetua ricerca del Padre, e di quanto vi è oltre il Padre, perchè oltre il Padre c’è la Verità Assoluta che governa il Padre, perché anche il padre è governato da regole, da principi, da leggi... che sono suoi, ma che provengono dalla Verità Assoluta, che è il Padre, perché Egli è Verità Assoluta.

Se intuite le mie parole, intuite cosa vi aspetta oltre la morte della carne, e dunque gioirete per quanto v’attende nella sconsiderazione per quanto siete ed avete.
Ma per intuire le mie parole, dovete liberarvi dal credo vostro, dal vostro vitello d’oro, dalle dottrine vostre, da qualsiasi cosa che non sia di Cristo, perché il credo vostro è frutto vostro che deriva da Cristo al quale avete attinto, ma il credo vostro non è di Cristo.

In verità vi dico, siete liberi quando siete nella Sapienza che accresce la coscenza, ma voi neppure sapete cos’è la Sapienza!



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 8,31-42.

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 
Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». 
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 
Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». 
Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». 

Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.

martedì 15 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 8,21-30



Disse: “Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono…”

Vi chiedo Sorelle e Fratelli del credo cristiano cattolico: Avete voi innalzato il Figlio dell’uomo?

Voi credete in Gesù, ma credete nel Cristo?
Non siate precipitosi nel rispondermi, e prima di rispondermi, rispondete a voi stessi.
In verità vi dico: Gesù è il Figlio dell’uomo, Cristo è il Figlio di Dio.
Capite voi le mie parole?

Chi comprende le mie parole, non più amerebbe Gesù, quanto piuttosto amerebbe Cristo, facendo per Egli la volontà del Padre che il Cristo chiese venisse rispettata.
Sì Fratelli! Fareste la volontà del Padre per amore verso il Cristo, e non per salvare voi stessi.
Voi invece seguite il Gesù terreno, e su Egli avete costruito un credo, divenendo d’Egli seguaci, costruendo intorno alla Sua figura terrena una istituzione che difendete assiduamente, una istituzione terrena da voi fatta in cui credete talmente ciecamente, da ritenerla unica, santa, perfetta.
Voi avete confuso! Avete costruito una istituzione ricolma di dottrine e dogmi vostri, da voi concepiti ed elaborati, sulla vostra interpretazione di testi da voi selezionati, ignorando la Chiesa di Cristo, che non è una istituzione, ma è il corpo dei fedeli Suoi, che non sono seguaci Suoi, ma uomini e donne che credono negli insegnamenti del Cristo, ed in Egli avendo riposto la loro fede, in Egli avendo la fede.
Voi invece avete costruito una fede verso la vostra istituzione ad osservamento delle dottrine vostre, ed un credo nella figura di Gesù, un credo in una figura umana che ricercate a memoria vostra, continuamente per mezzo di figure, di dipinti, di statue, di immagini, di reliquie.

La Chiesa di Cristo è visibile in opere, e non in cose, e vi dico che i riti, l’osservamento delle dottrine, le preghiere, non sono opere, ma sterili azioni vostre a rinnovo del convincimento della carna vostra, che è semplice credo in una religione che adora un uomo in carne ed ossa, trascurando l’opera ad imitazione non di un uomo, ma del Figlio di Dio.
Se amaste il Cristo, non vi ricordereste di Gesù, quanto invece vivreste per amore verso il Figlio di Dio.
Voi invece vivete per amore verso un uomo, e questa è cosa che fanno anche i seguaci degli uomini politici.
Vi dico: Innalzate il Cristo a scapito di Gesù, ed innalzerete Gesù, ed innalzandoLo comprenderete il Cristo.
Io ancora ve lo ripeto: Innalzate il Cristo a scapito di Gesù, ed innalzerete Gesù, ed innalzandoLo comprenderete il Cristo.

Non siate precipitosi nel leggere le mie misere parole, parole di un uomo ricolmo di difetti ed errori; non siate precipitosi nel considerare le mie parole solo parole di un uomo imperfetto, quanto invece provate a cercare in esse quanto non è da un uomo miserabile.

Siamo Tempio di Dio (1Cor 3,16), e Dio è vivo in noi, pertanto cercate in me quello stesso Dio che è in voi, senza cercare in me l’uomo ricolmo d’errori e peccati, e troverete dunque il senso vero ed unico riposto nelle mie parole.

Ma non solo verso me siate come v’ho chiesto essere, quanto invece verso chiunque cercate il Dio Padre che in egli c’è, ma che non si manifesta a motivo della carne imperfetta che soffoca lo spirito degli uomini che è esso la parola resa libera ed indipendente dallo Spirito di Dio e riposta nell’Anima che è il Tempio di Dio.
Siamo Tempio di Dio! In noi è vivo il Padre che si manifesta per mezzo dello spirito dell’uomo, il quale nel Figlio di Dio ha riposto la sua misera fede, vivendo nel credo di operare in cose che esaltino ed adempiano alla volontà del Cristo.

Fratelli! Sorelle! L’Anima è immortale, perché è il Tempio di Dio, e quanto è di Dio è eterno.
Il Tempio di Dio è il Dio in noi che ci garantisce la vita eterna: il corpo mai più esisterà, lo spirito verrà giudicato, ma l’Anima è già salva.
Mi capite? – Cercate di capirmi! Cercate in me quanto non è mio, ma che invece viene dal Padre.
Se comprendeste le mie parole, vi fareste cristi, cioè vi fareste unti, vi fareste dunque „Eletti”.
Ma non a tutti è richiesto divenire Eletti, quanto invece è stato chiesto a tutti di divenire fedeli di Cristo, e non seguaci di Gesù.

Innalzate il Cristo a scapito di Gesù, ed innalzerete Gesù, ed innalzandoLo comprenderete il Cristo.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 8,21-30.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». 
Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». 
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». 
Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui». Non capirono che egli parlava loro del Padre. 
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

L'albero della Conoscenza

Avete isolato la storia dell'albero della conoscenza 
del bene e del male, da ogni vostra conoscenza.

...ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti (Genesi 2,17). 



- Vi chiedo: è la conoscenza universale del bene e del male che uccide, o è l'ignoranza sul bene e sul male che uccide? 
- Voi accusate il serpente, ma il libero arbitrio è tale solo quando si è nella ricchezza di una conoscenza universale in merito sia al bene, sia al male, altrimenti il libero arbitrio non può esservi. Si è infatti nella libertà di scegliere fra una cosa o l'opposto di essa, se si conoscono entrambe le cose. Ma se vi viene preclusa la conoscenza alle due cose fra loro opposte, potete forse ritenervi nel libero arbitrio di esse? 

- C'è una verità che voi non conoscete, e rifiutate chi ve la propone.

I Santi dagli uomini proclamati.

Quanto vale il santificare una persona con il vostro giudizio? 
In verità vi dico, voi siete sempre accorti all'immagine delle persone, santificandole per dare immagine alla vostra dottrina, dimenticando che non è le persone che dovete santificare, quanto la vostra stessa vita. Se foste impegnati a santificare voi stessi, nella vostra santità non avreste il coraggio di santificare alcuno, perché lascereste al Padre il Suo diritto supremo di giudicare la santità degli uomini.

lunedì 14 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 8,12-20

Voi date testimonianza di voi stessi, e la vostra testimonianza non è vera.
Se infatti deste testimonianza del Comandamento Unico, per mezzo delle vostre opere, allora dareste testimonianza a Cristo, e la vostra testimonianza sarebbe vera.
Ma voi questo non lo fate!
Voi date testimonianza al vostro credo, alle vostre dottrine ai vostri riti e dunque date testimonianza di voi stessi, perché date testimonianza ad una religione, che è cosa del mondo, ed ignorate invece la testimonianza del Vangelo di Cristo, che è cosa eterna.

Ancora ve lo dico: siete voi che il Cristo attende! Fin quando voi non comprenderete il vostro culto al vostro vitello d’oro, il Cristo non verrà. Siete voi coloro a cui sono state date le chiavi del cambiamento.
Che attendete?
Ogni vostro attendere, è sofferenza per miriadi di vite.
Di questo sì, siete responsabili!



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 8,12-20.

Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».  Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 
Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.  Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.  E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.  Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera:  orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza». 
Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 

Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. Enessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

sabato 12 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 7,40-53

<<Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea>>.

Da dove deve dunque provenire un profeta?
Da dove voi ve l’aspettate?
E che vi deve dire un profeta? Forse quanto vi aspettate sentirvi dire?
Se infatti vi dicesse quanto v’aspettate udire, sarebbe forse un profeta?
Non è invece vero che il profeta è colui che si è posto ad ostacolo dei credo e delle dottrine? Non è forse vero che un profeta annuncia l’inaccettabile e l’impensabile? Non è forse sempre così avvenuto?
In verità vi dico, se appartenete alla moltitudine, non saprete riconoscere un profeta che sempre s’oppone alla moltitudine.

Dunque chi è profeta?
Vi domando: per profetizzare la verità, bisogna necessariamente esser profeti?
Cos'è dunque la profezia!?!
L'annunciare quanto già conosciuto, è profezia?
Il confermare le dottrine, è profezia?
Il trovar conferma al proprio credo, è profezia?
Il sentirsi dire quanto si vuol sentirsi dire, è profezia?
E' dunque questa la profezia?
E' dunque profeta colui che Vi annuncia il conosciuto, vi conferma le Vostre dottrine, Vi conferma il Vostro credo, vi dice quanto a Voi piace sentirVi dire?
E' dunque costui profeta?

Fratelli!
La profezia è l'annunciare quanto mai nessuno ha udito e quanto mai nessuno ha saputo, è mettere in discussione le dottrine degli uomini, è smentire l'indiscutibile, è mettere in discussione le certezze del credo, e profeta è colui che nonostante tutto e tutti, trova il coraggio e la fede per proclamare il non accettabile e l'impossibile a cui gli uomini si oppongono con la forza della loro ostinazione, imposta dal morboso attaccamento ai loro pensieri.

Non mise forse il Cristo in discussione le dottrine ed il credo?
Non annunciò forse cose nuove che resero scandalo ed indignazione?
Non affermò forse nuove verità che vennero dai dottori della legge e dai sacerdoti ritenute bestemmie?

Ma Voi dite: “Noi no! Noi siamo nella verità, perchè la nostra verità è quella del Cristo, ed essa ci rende testimonianza”.
Ed io Vi rispondo che la verità del Cristo è la Parola, che non è cosa che Vi appartiene, perché la Parola è stata donata agli uomini e non alla Chiesa, poiché la Chiesa vostra  nemmeno ancora esisteva, in quanto postuma alla morte del Cristo e dai voi costruita.
Voi Vi siete costruiti Vostre verità di fede, di cui il Cristo mai ne parlò.
Avete forse elementi per smentirmi in questo?
No! Non potete smentirmi!
Avete trasformato la semplicità della Parola in precetti, regole di Chiesa, riti, voti, dogmi, modelli di preghiere, teologia e quant'altro a scapito dell'osservazione alla Parola.
Il solo comandamento del Cristo fu “ama il prossimo tuo come te stesso” e dunque in cosa trovano conferma nella Parola i precetti, le regole di Chiesa, i riti, i voti, i dogmi, i modelli di preghiera, la teologia? Possono forse queste cose aiutare il vostro prossimo? Possono tali cose farvi amare il vostro prossimo come amate voi stessi?
Ve lo ripeto e ve lo richiedo: ? Possono tali cose farvi amare il vostro prossimo come amate voi stessi?
No Fratelli! Non possono, anzi… ostacolano l’attenzione vostra verso il prossimo ponendo voi stessi al centro dell’universo: voi, il Dio vostro e gli altri… invece di gli altri, il Padre e voi…
Tali cose non costituiscono nessuna azione volta verso gli altri, ma azioni infruttuose e sterili volte a se stessi ed al proprio credo costruito intorno alle proprie convinzioni.
Tali cose servono a Voi e solo a Voi, affinché la Vostra Chiesa possa sopravvivere a scapito dell'osservazione alla Parola.
La Parola, non è dottrina, ma insegnamento proposto dal Padre ad essere accettato dagli uomini: nessun precetto e nessuna dottrina, perchè la Parola non è precetto e non è dottrina.
La Parola è proposta!
Potete smentirmi su questo?
Non potete!

Ed ancora: coloro che Vi precedettero nel sacerdozio prima del Cristo, non si ritennero forse essi in verità per merito della legge mosaica?
Eppure il Cristo venne a testimoniare loro una nuova verità che essi non accettarono ritenendola bestemmia.
Dico forse menzogne? Potete smentirmi senza usare le Vostre stesse parole?
Ed ancora Vi dico: se foste in verità, dunque perchè mai attendiamo il ritorno del Cristo?
Voi dite: “Non per la Chiesa deve tornare il Cristo, ma per i peccatori”.
Tanta è la Vostra superbia?
E la Chiesa non è forse fatta da uomini peccatori?
V'è forse mai stato un sol uomo non peccatore?
Ma la Vostra superbia afferma: “Gli uomini santi hanno accertato le verità della Chiesa e le hanno poi rivelate agli uomini, perchè ispirati dal divino”.
Fratelli!
Il profeta è ispirato dal divino, non colui che è stato titolato santo per opera di uomini peccatori, perchè siamo tutti peccatori.
E chi è peccatore, può forse rivelare verità divine?
Possono forse coloro da Voi chiamati santi, rivelare verità divine?
Il Cristo stesso non rivelò verità divine, ma ci illuminò in merito alla verità a noi necessaria per giungere alla salvezza.
Siete dunque Voi più del Cristo?
Quali sono le verità divine, teologiche, di dottrina, di rito, di precetto che il Cristo istituí?
E quali le Vostre?

In verità vi dico, Cristo è alla porta, ma non può entrare a motivo di voi.
Annullate voi stessi ed il credo vostro, e Cristo verrà.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 7,40-53.
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?  Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». 
E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». 
Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!».
Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? 
Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? 
Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 
Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: 
«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 
Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». 

E tornarono ciascuno a casa sua.

venerdì 11 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 7,1-2.10.25-30

 <<Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia>>. 
Quale verità più grande di questa?

E vi chiedo: siete sicuri che il Cristo non sia già fra voi? Non disse forse che Egli verrà come un ladro?
Ed il ladro non viene forse di notte, quando voi dormite? Non disse proprio questo il Cristo Gesù?
Vi chiedo ancora: siete forse nel sonno del credo vostro?
Non siete forse nel credo del vitello d’oro?
Vi racconto una storiella d’origine antica, poi cristianizzata ed adattata, ed a molti di voi conosciuta
nella forma adattata..

In un sogno, ad un uomo apparve Dio che gli disse: „Fra due giorni verrò a trovarti a casa tua”.
Destatosi all’alba, urgentemente quest’uomo chiamo’ donne a pulire casa sua, chiamo’ uomini a
sistemare il giardino e comprò ogni genere di alimento e bevanda. Profumò la casa, la abbellì di
ornamenti floreali ed artigianali. Espose in casa ogni genere di reliquia, di testo sacro, di oggetto
religioso.
Fatto questo, l’uomo si lavò, si profumò e si vestì elegantemente, si mise in preghiera e poi attese.
All’improvviso egli senti’ un cane lamentarsi in strada, innanzi al suo cancello, a motivo di una ferita
alla zampa, e di corsa afferrò un bastone per scacciarlo.
Qualche istante dopo giunse un mendicante, sporco e puzzolente e quest’uomo disse: „Torna dopo,
ora non posso”.
Poi, poco dopo, bussò alla porta un sacerdote missionario d’un credo differente al suo per proporgli
la sua religione, e quest’uomo disse: „Non mi interessa, io ho ben altro di importante che attendo.
Attendo Colui che ti insegnerà in merito all’errore della tua religione”, e gli chiuse la porta.
Giunse sera, e Dio non venne a quest’uomo.
L’uomo dunque andò stanco e sconfortato a riposare e nuovamente Dio gli apparve in sogno.
L’uomo disse dunque: „Dio! Ti ho aspettato tutto il giorno, ma non sei venuto!”.
E Dio gli disse: „In verità ti dico, per ben tre volte son venuto a cercarti, ma non mi hai riconosciuto,
rifiutandomi”.

Vi chiedo ancora: siete sicuri che Cristo non sia fra voi?
In verità vi dico, Egli c’è, ma voi lo rifiutate, perchè troppo sazi dell vostro credo.
Ancora vi dico, Egli è vivo in alcuni fra voi, che non conoscete e che se conoscete, ridicolizzate.
Quanto tempo ancora, dovrà il Cristo attendere che vi destiate dal sonno vostro per venire Egli a voi?
Egli stesso disse che verrà come un ladro, per coloro che credono nel credo loro.
In verità vi dico, voi siete la religione che ha il potere di chiamare il Cristo a regnare fra noi, ma mai verrà fin quando non abbandonerete il vostro vitello d’oro.
Tutto quanto avete voluto vi fu lasciato permesso scrivere in quanto considerate il vostro testo sacro; ebbene, in esso v’è tutto il vostro errore.
Cercatelo!


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30.
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i
Giudei cercavano di ucciderlo. 
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; 
Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto. 
Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 
Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono.

Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Allora cercarono di arres
tarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

giovedì 10 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 5,31-47

Disse il Cristo in cui credete:

"E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di Me. Ma voi non avete mai udito la Sua voce, né avete visto il Suo volto, e non avete la Sua parola che dimora in voi, perché non credete a Colui che Egli ha mandato”.

Ma in Genesi 17,1-3 vi è scritto:
„Quando Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a Me e sii integro. Porrò la Mia alleanza tra Me e te e ti renderò numeroso molto, molto. Subito Abramo si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui”.

Come può dunque Abramo aver visto ed udito il Dio Padre Onnipotente se invece Gesù affermò che „…non avete mai udito la Sua voce, nè avete visto il Suo volto”?

Ed ancora disse il Cristo a conferma: „Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18).

Voi siete nel credo della dottrina, e non nel credo secondo Cristo, perchè Cristo afferma il contrario di quanto voi credete.

Io a voi lo dissi: esiste un Vangelo Segreto nascosto nei vangeli dall’uomo selezionati, ma la Verità in merito al mondo e dal Cielo, nessuno ha saputo nasconderla. Nonostante gli sforzi dell’uomo, la Verità è rimasta scritta, proprio là dove l’uomo ha cercato di occultarla, ed Essa è rimasta protetta e custodita proprio nelle parole che l’uomo ha usato per fondare il suo credo e la sua dottrina.

Ma voi non possedete ancora la Sapienza per saper leggere il Vangelo Segreto, talmente rigonfi di credo vostro quali siete.

In verità vi dico, domani stesso il Cristo potrebbe essere vivo e reale fra voi, ma Egli non verrà fin quando l’uomo non ammetterà la sua ipocrisia, il suo orgoglio, la sua superbia, il suo credo costruito come il vitello d’oro (Es 32,1-6).

Siete voi la religione che può convertire tutte le religioni del mondo, ma non alla vostra stessa religione, quanto al credo di Cristo. Il Padre attende voi, ma voi tardate perchè troppo aggrappati al credo vostro, alla superbia vostra, troppo affezionati al vostro vitello d’oro.

E mentre voi tardate a prendere coscienza dei vostri errori, il mondo piange vittime innocenti dovute alla vostra cecità.

Può un uomo quale io sono affermare fantasie infondate?

Smentitemi dunque!



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 5,31-47.

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: « Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; 
ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace. 
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. 
Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. 
Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. 
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, 
e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato. 
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. 
Ma voi non volete venire a me per avere la vita. 
Io non ricevo gloria dagli uomini. 
Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. 
Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. 
E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? 
Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è gia chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. 
Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. 
Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole? ».


mercoledì 9 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 5,17-30

Disse: „Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno”.
Ma disse anche: „Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridu” (Mt 23,27).
Vi chiedo: solo gli scribi ed i farisei rassomigliarono a sepolcri imbiancati?
Vi siete mai chiesti se siete sepolcri imbiancati di riti e dottrine, ma putridi in spirito?
Dunque, da quale sepolcro è l'uomo stato chiamato ad uscirne?

E disse ancora: „In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”.
Ancora non capite?
E’ una risurrezione in spirito, dal corpo allo spirito, e voi ignorate questa realtà, troppo affezionati quali siete al corpo vostro, volendo per esso la sua risurrezione non comprendendo che la vita eterna è in spirito e non in carne.

Poi disse: „In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno”.
In verità vi dico, la voce del Figlio di Dio ha proclamato il Comandamento Unico, e voi lo ignorate continuando ad anteporre riti e dottrine vostri; voi anteponete quanto è per voi, a quanto è per il prossimo vostro.
Esistono forse riti e dottrine verso il prossimo?

Uno solo è il Comandamento che è superiore ad ogni rito ed ad ogni dottrina.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 5,17-30.

In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». 
Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. 
Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. 

Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. 
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; 
il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, 
perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 
In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 
In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. 
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; 
e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. 
Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: 
quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 
Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

martedì 8 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 5,1-16

«E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».

Anche voi fate questo errore! Anche voi anteponete il Signore al prossimo vostro, anche voi siete riguardosi verso le dottrine a scapito dell’opera, anche voi vi scandalizzate per chi ha posto il Dio Padre dopo il prossimo suo.

Il Padre, sempre viene dopo il prossimo vostro!
Il Cristo lo disse, il Cristo operò in tal senso, eppure voi perseguitate in un culto pagano che ha sottratto le vesti alla Chiesa di Cristo.

I pagani, nel culto pagano, siete proprio voi che anteponete le dottrine vostre all’opera vostra doverosa.

In verità vi dico, se avete provato scandalo ed indignazione all’udire le mie parole, siete nel credo vostro senza essere nella fede verso Cristo.

Chi è corpo della Chiesa di Cristo, non conosce altro Dio all’infuori del prossimo suo, forte della sua fede riposta nel Padre Nostro.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 5,1-16.

Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici,
sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.
Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?».
Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me».
Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».
E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».
Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina».
Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».
Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Vangelo di Giovanni 4,43-54 (07 Marzo 2016)

Senza segni non riuscite a credere, perchè il credere senza segni, è fede.
Dunque siete senza fede.
Infatti, non avendo segno dal Cielo, vi siete costruiti segni, ed in essi avete riposto quanto chiamate „fede”, ma che non lo è.
I riti sono i segni che vi siete costruiti per credere, funzioni religiose ricche di colori, ornamenti, musica, parole, gesta, abiti, simboli ed oggetti preziosi; il tutto in luoghi che voi avete dichiarato santi, luoghi arricchiti di materiali preziosi, dipinti, opere d’arte.
Ecco i segni in cui credete!
Non avendo segni, ve le siete costruiti, perché la carne vuole segni in cui credere.

In verità vi dico, non conoscete il segno che conferma il Cristo sul mondo: se foste operatori di pace, ne vedreste il frutto mandato dal Cielo; non essendovi pace nel mondo, dovreste riconoscere la vostra inoperosità, ma voi questo non lo fate.

Voi invece, ubriachi dei vostri segni, nella sterile attesa attendete il Cristo che venga a portarvi quanto voi al Cielo chiedete.

Nessun Cristo verrà, fin quando non crederete in quanto già indicatovi: voi stessi nell’opera.

In verità vi dico, i veri operatori di pace nel mondo nell’opera, per i diritti umani, per le donne, contro le guerre, contro la fame, a favore degli animali ed a protezione della natura, sono organizzazioni non religiose di donne e uomini che non appartengono al credo dei segni vostro.


Voi solo sapete predicare e pregare un Dio Onnipotente stanco della vostra ipocrisia, nella vostra sterile attesa.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 4,43-54. 
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per andare in Galilea. 
Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. 
Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. 
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. 
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. 
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». 
Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». 
Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. 
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». 
S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». 
Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. 
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

Vangelo di Luca 15,1-3.11-32 (06 Marzo 2016)

L’inizio: „Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze”. 
La fine: „Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
L’inizio e la fine di cosa?
Chi fra voi sa rispondermi?
L’inizio e la fine… di una semplice parabola, di storie di vita umana o di qualcosa di molto più profondo e segreto?

V’è un Vangelo Segreto scritto nei vangeli vostri, vangeli dall’uomo scelti e selezionati, ma la potenza dello Spirito del Padre ha saputo lasciare traccia della Verità proprio là dove l’uomo l’ha voluta nascondere: non esiste posto più sicuro dove riporre il più grande dei tesori, se non quello di mostrarlo a tutti, e l’uomo credendo di ingannare Dio, ha invece custodito il Suo grande tesoro, che è la verità delle cose, la verità in merito al Cielo e dal regno del principe di questo mondo.

Credete voi nella potenza del Padre?
E credete voi in un Progetto Divino?
Vi chiedo ancora: per il vincere il male, è sufficiente il bene?
Che fece il padre verso il figliuol prodigo, per vincere il male che sorse in quest’ultimo?
Vi rispondo: lasciò che il figlio conoscesse il male, quel famoso albero della conoscenza del bene e del male che il Signore Jahvè proibì ad Adamo ed ad Eva: chi può intenda.
Un Dio che proibisce, ed un padre che concede.
In verità vi dico, v’è un Padre che ha concesso il male affinchè male più non sia.
Ed il Padre divise tra loro le sostanze, concedendo al Figliuol Prodigo potere sul mondo, concedendogli di divenire principe di questo mondo; è infatti per concessione del Padre Onnipotente che uno dei Suoi figli è divenuto principe di un mondo, dominandolo, sperperando la potenza del Padre in cose che nulla valgono innanzi alla realtà di una vita eterna nel seno del Padre.
Dico forse menzogna? Se infatti v’è un Dio Onnipotente, la potenza del figlio disperso è dal Dio Onnipotente stata concessa e data.
Dunque, dico menzogna? Non la dico!

Ma poi, colui che era morto tornerà alla vita, colui che era perduto verrà ritrovato: e questo avverrà per mezzo e merito dell’uomo, vittima sacrificale designata alla salvezza del Figliuol Prodigo, agnello immolato per vincere il male.

Il male si vince con il bene, che si serve del male per dimostrare ad esso stesso quanto esso sia inefficace innanzi al bene.

Voi avete un credo, ma esso è ormai alla fine dei suoi tempi.
Chi mi ritiene nella bestemmia e nell’errore?

Io vi dico, se accuso le vostre dottrine ed il vostro credo, nulla potete a me accusare, mentre invece potete accusarmi se sono in opposizione alla parola di Cristo.
Lo sono io?

Cercate in me l’opposizione a Cristo.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 15,1-3.11-32. 
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 
I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». 
Allora egli disse loro questa parabola: 
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 
Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 
Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 
Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 
Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 
Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 
Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 
Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 
Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. 
Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 
chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 
Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 
Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 
Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 
Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 
Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 
ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».