lunedì 29 febbraio 2016

Vangelo di Luca 4,24-30 (Vangelo del Giorno 29 Febbraio 2016)

<< All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. >>.

Vedete fratelli e sorelle come è difficile accettare un credo diverso da quello professato?
Ed allo stesso modo è di pari difficile accettare un insegnamento che sia in opposizione agli insegnamenti ricevuti, ritenendo facilmente errato l’insegnamento nuovo propostovi.
E non è forse vero che il Cristo si trovò posto sulla croce a motivo di cose inimmaginabili da Egli proposte, tali da essere dai credenti ritenute eresia e bestemmia?
In verità vi dico, nulla di quanto non evolve appartiene alla Verità; il male infatti oltre se stesso non è capace di evolvere, marcendo nella sua staticità.
Il bene invece, raggiunto un traguardo ambito, nuovamente raccoglie le forze per cercarne uno nuovo ancora migliore del precedente già conquistato.

Vi dico che l'Amore è composto da Sette Spiriti: comprensione, rispetto, umiltà, sincerità, lealtà, fedeltà e perdono; essi scaturirono dal Padre per costrizione imposta dalla Verità Assoluta, affinchè il Padre avesse una destinazione a cui donarsi. 

Conoscete forse voi l’amore verso il Padre?
Siete voi nella dottrina d’amore dal Cristo a voi insegnata?
Siete voi realmente un corpo unico nell’unità della Chiesa di Cristo?

L'amore di uno verso l'altro, quando l'altro è quanto l'uno desidera per se stesso, non è Amore, quanto piuttosto il soddisfacimento ai propri desideri, e dunque è lo scivolare negli inganni egoistici. L'Amore vero, quello del Padre, quello che il Padre vi chiede, presuppone il sapersi donare a chi non è quanto vorreste fosse, al pari di donarsi a chi è quanto è ciò che voi volete.
L'accettare il difetto altrui per non perdere chi è quanto voi avete sempre voluto, è il più fine degli inganni dell'egoismo, perchè l'Amore che il Padre vi chiede, è l'amare chi non vi ama, non l'amare chi vi ama.
Il saper amare un figlio o un coniuge, o un qualsiasi vostro prossimo che non vi ama, è l'Amore chiesto dal Padre, e non esiste come mai esisterà, un amore „a due” come quello che voi praticate, nel quale desiderate l’intimità vostra con il Dio vostro escludendo il prossimo vostro, e che coi credete sia l'amore vero, perchè invece l'amore vero, chiede di far spazio fra se stessi ed il Padre, in modo tale che chi avete posto fra voi ed il Padre, assumi più importanza di quanta voi ne avete data al Padre: questo è l'Amore che il Padre chiede!
E non a caso Gesù ha chiamato il Dio Onnipotente "Padre", affinchè venga amato come un padre, e non come uno sposo, non come una sposa, non come l’immagine di se stessi, non come la metà di se stessi, perchè l'amare il proprio padre significa lasciare spazio fra se stessi ed il proprio padre ai propri fratelli.
Ancora vi ricordo che nell'Antico Testamento il Dio Padre, non è mai chiamato "Padre", quanto invece "Signore". Fu Gesù ad insegnarci a chiamare "Padre" il Dio Onnipotente!
Sdegnatevi Fratelli alle mie parole, come si sdegnarono tutti nella sinagoga all’udire parole oltraggiose verso la propria dottrina.
Lo sdegno infatti, è l’emblema che fa riconoscere chi oltre se stesso nulla vede.
Sdegnatevi dunque, affinchè i figli del Padre vengano da voi condotti fuori dai templi dottrinali vostri per essere da voi giudicati e condannati.
Siete voi nello sdegno?
In verità vi dico, voi lo siete.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 4,24-30.

In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria.
Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.

Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.