martedì 8 marzo 2016

Vangelo di Giovanni 4,43-54 (07 Marzo 2016)

Senza segni non riuscite a credere, perchè il credere senza segni, è fede.
Dunque siete senza fede.
Infatti, non avendo segno dal Cielo, vi siete costruiti segni, ed in essi avete riposto quanto chiamate „fede”, ma che non lo è.
I riti sono i segni che vi siete costruiti per credere, funzioni religiose ricche di colori, ornamenti, musica, parole, gesta, abiti, simboli ed oggetti preziosi; il tutto in luoghi che voi avete dichiarato santi, luoghi arricchiti di materiali preziosi, dipinti, opere d’arte.
Ecco i segni in cui credete!
Non avendo segni, ve le siete costruiti, perché la carne vuole segni in cui credere.

In verità vi dico, non conoscete il segno che conferma il Cristo sul mondo: se foste operatori di pace, ne vedreste il frutto mandato dal Cielo; non essendovi pace nel mondo, dovreste riconoscere la vostra inoperosità, ma voi questo non lo fate.

Voi invece, ubriachi dei vostri segni, nella sterile attesa attendete il Cristo che venga a portarvi quanto voi al Cielo chiedete.

Nessun Cristo verrà, fin quando non crederete in quanto già indicatovi: voi stessi nell’opera.

In verità vi dico, i veri operatori di pace nel mondo nell’opera, per i diritti umani, per le donne, contro le guerre, contro la fame, a favore degli animali ed a protezione della natura, sono organizzazioni non religiose di donne e uomini che non appartengono al credo dei segni vostro.


Voi solo sapete predicare e pregare un Dio Onnipotente stanco della vostra ipocrisia, nella vostra sterile attesa.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 4,43-54. 
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per andare in Galilea. 
Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. 
Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. 
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. 
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. 
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». 
Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». 
Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. 
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». 
S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». 
Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. 
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

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