martedì 1 marzo 2016

Vangelo di Matteo 18,21-35 (Vangelo del Giorno 01 Marzo 2016)

Quanto vale il debito del prossimo vostro verso voi?
Quanto vale il debito vostro verso il prossimo vostro?
E quanto vale il debito vostro verso il Padre?

In verità vi dico, se sapeste di vivere il giorno ultimo vostro, pensereste solo a quanto in debito siete verso il Padre.
Eppure, v’è stato insegnato che realmente siete nel giorno ultimo vostro, perchè non conoscete ne’ il giorno, ne’ l’ora (Luca 12,39-40).

Questo vi dico: se foste nel credo della dottrina del Cristo, vivreste come viandanti al mondo, mentre invece vivete come chi ha costruito una fortezza sopra un monte a governare le sue terre ed a vegliare sui confinanti minacciosi.

Questo ancora vi dico: oltrepassata la soglia della morte carnale vostra a venire, sarete posti in sede di giudizio voi insieme ad ogni prossimo vostro, e vi si chiederanno tre cose.
La prima: Cosa perdoni al prossimo tuo?
La seconda: In cosa chiedi essere perdonato?
La terza: Perdoni l’oppositore al Padre, che è colui che fu la fonte d’ogni male ricevuto e praticato, e principe del mondo in cui tu fosti posto nella prova del confronto tra il bene ed il male? Perdoni colui che è stato principe del male e signore delle tenebre?

In verità vi dico, sarete posti in giudizio come accusatori, come accusati, come avvocati e come giudici.
Che saprete dunque fare in quell’ora?
Io vi dico, non per merito vostro continuerete il cammino vostro verso il Padre nella strada della vita eterna, ma per merito degli eletti a voi offerti dalla Misericordia del Padre Onnipotente.
Saprete dunque dare agli eletti opportunità di salvezza vostra?
Quando del credo vostro ne farete un credo tra i credo, comprenderete in merito al Vangelo Segreto del Cristo, che non è nascosto, ma segreto.
Come infatti un codice indecifrabile sopra ad un tavolo, allo stesso modo v’è stato posto ogni Vangelo in cui credete: non nascosto, ma segreto.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 18,21-35.

In quel tempo Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

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